C’è chi propone di abolire i festeggiamenti natalizi nelle scuole, chi consiglia di non cantare gli inni tradizionali per rispetto dei bambini musulmani o di altre religioni. A Squillace, si va in controtendenza: qui Natale significa integrazione e partecipazione.
Ci sono storie come quella di un ragazzo proveniente dall’Africa e ospite di una casa di accoglienza locale per minori non accompagnati, che frequenta la scuola media dell’istituto comprensivo “Vivariense” di Squillace.
Si chiama Yayà e, senza crearsi tanti problemi, ha collaborato, nei giorni scorsi, alla preparazione dei vari saggi di fine anno che si tengono solitamente prima della chiusura natalizia della scuola, partecipando poi alle varie esibizioni: in chiesa per il saggio di musica e a scuola nello spettacolo di canti natalizi, davanti all’albero e al presepe, che ha anche contribuito ad allestire. Felicissimi naturalmente la dirigente scolastica, i docenti e soprattutto gli alunni della scuola che hanno potuto condividere con il ragazzo africano e musulmano, loro compagno, un momento di preghiera e di gioia.
Sono loro, infatti, i ragazzi, a non avere pregiudizi di alcun genere, a non imporre nulla, ma a coinvolgere “l’altro”, lasciandogli ampia libertà di decisione. Yayà non ci ha pensato un attimo e la sua piena partecipazione alle varie iniziative scolastiche per il Natale lo dimostra. Un chiaro messaggio a coloro che non comprendono che l’integrazione passa anche attraverso il dialogo e la condivisione.
Salvatore Taverniti