“Autoapprendimento”. A questo aspira l’idea dell’architetto Maya Azzarà, impegnata da anni nella divulgazione di un progetto di casa che tenga conto anche dei più piccoli. La Azzarà, il 30 maggio, è stata la protagonista del primo “dialogo di architettura”, svoltosi a Squillace, nella “Casa della cultura”. Gli altri due appuntamenti sono previsti il 6 giugno a Chiaravalle Centrale e il 13 a Cropani.
Dopo i saluti degli architetti M. Teresa Alcaro, Salvatore Donato e Francesca Savari, quest’ultima in rappresentanza dell’Ordine degli Architetti di Catanzaro, il sindaco di Squillace Pasquale Muccari si è soffermato sullo sviluppo urbanistico locale. Maya Azzarà ha poi parlato del suo lavoro, in cui intreccia architettura e pedagogia, ideando spazi funzionali predisposti per consentire ai bambini esperienze di auto-apprendimento all’ interno degli ambienti che abitano quotidianamente.«Una casa per bambini – ha affermato – deve essere uno spazio di dialogo, di condivisione e complicità tra genitori e figli, un luogo educativo.
Ma attenzione, riprogettare e ripensare la casa non significa abbattere pareti o ristrutturare. Significa integrare alle esigenze pratiche del vivere quotidiano i bisogni dei bambini, predisponendo intenzionalmente accanto ai nostri spazi, angoli di gioco e attività di routine destinati a essere fruiti e adoperati direttamente dai più piccoli. Una visione “montessoriana” dell’abitare».
Facendo riferimento al suo libro, “Case (anche) per bambini”, e mostrando alcune diapositive, la Azzarà ha, quindi, proposto una serie di soluzioni pratiche da adottare per rendere la propria abitazione un luogo pensato per le esigenze e la libertà di ognuno dei suoi abitanti e, perciò, fonte di benessere, armonia e serenità per tutta la famiglia.
Salvatore Taverniti