Microcamere e microspie sono state posizionate in alcuni punti nascosti della stanza in cui è ubicato l’ufficio tecnico comunale di Squillace.
E’ quanto si apprende nella città ionica, dopo che il sindaco Guido Rhodio ha presentato denuncia all’autorità giudiziaria, inoltrando una dettagliata relazione redatta dal responsabile dell’ufficio, il geometra Giuseppe Megna.
Nei giorni scorsi, lo stesso dirigente tecnico ha comunicato verbalmente al sindaco che alcuni suoi collaboratori avevano casualmente rinvenuto, nascosta all’interno del suo ufficio, un’apparecchiatura che potrebbe identificarsi come sistema di controllo. Si tratterebbe di una microcamera di ottima fattura, che trasmetteva segnali video e audio all’esterno, captati da qualcuno interessato alle attività che si svolgono in quell’ufficio.
I dispositivi sono stati scoperti mentre alcuni dipendenti erano alla ricerca di documenti e faldoni durante le normali attività d’ufficio. La notizia si è sparsa in città, dopo che il sindaco Rhodio ha voluto informare dell’accaduto la giunta comunale e i rappresentanti dei gruppi consiliari. Le domande ora sorgono spontanee. Chi era interessato a vedere e soprattutto ascoltare? E perché? Non è dato, per il momento, saperlo.
Ma dopo la denuncia presentata dal primo cittadino, si attendono gli sviluppi. Turbato per l’episodio, forse il primo del genere a Squillace, intanto, il sindaco Rhodio, nella denuncia, ha precisato «di restare, personalmente e come capo dell’amministrazione che rappresenta, a completa disposizione dell’autorità giudiziaria per ogni utile e doverosa collaborazione e di riservarsi altresì di promuovere ogni confacente iniziativa a tutela eventuale della immagine e degli interessi del Comune».
In passato, l’ufficio tecnico comunale squillacese e il responsabile Megna sono stati fatti oggetto di atti intimidatori, con iniziative incendiarie di cui finora non si è potuto risalire ai responsabili né ai motivi.
Salvatore Taverniti