Si fa un gran parlare, in questi giorni, a Squillace, sul metodo adottato dal Comune quando si tratta di trasferire nell’ossario i resti delle salme, trascorsi vent’anni dalla loro tumulazione nei normali loculi del cimitero.
Alcuni, in particolare, lamentano il fatto che le salme non completamente decomposte vengono inumate nella nuda terra, senza alcuna cementificazione ed in maniera poco dignitosa riguardo all’aspetto esterno della sepoltura.
La procedura, avvertono dal Comune, viene svolta nella piena legalità. L’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Nunzio Pipicella, afferma che «tutto si svolge sotto il controllo dei vigili urbani e dell’ufficiale sanitario».
«I familiari del defunto – aggiunge – in sede di prima sepoltura firmano un contratto per il loculo che dura vent’anni, sapendo che, alla scadenza dei vent’anni, la salma dovrà essere sistemata nella celletta ossario personale, in caso di avvenuta consumazione; in caso contrario, viene, per legge, inumata in una fossa scavata nella terra sino ad avvenuta consumazione.
Questa operazione, a totale carico dei familiari, viene svolta da personale incaricato e pagato dai familiari, sotto la supervisione dei vigili urbani e dell’ufficiale sanitario.
Una volta inumata la salma, nessuno proibisce ai familiari di abbellire e curare la tomba nei modi previsti dal regolamento. E’ anche vero che ci sono persone che si prendono cura dei loro cari defunti ed altre che non si presentano nemmeno per fare i documenti necessari.
Certamente il cimitero si può tenere meglio, ma la responsabilità di eventuali mancanze non è addebitabile solo alla scarsità di personale e di mezzi del comune, ma anche all’indifferenza di molti familiari».
Pipicella interviene anche sulle critiche relative ai ritardi nella tumulazione dei defunti per mancanza di loculi. «Nello scorso mese di dicembre – spiega l’assessore – una salma è rimasta per una settimana nell’obitorio, perché la ditta incaricata stava ultimando i loculi predisposti dall’amministrazione comunale.
Perché si è arrivati a questa emergenza? Nel 2013, rispetto alla media degli anni trascorsi, a Squillace abbiamo purtroppo registrato quasi il doppio dei decessi.
I loculi disponibili che, in condizioni normali, sarebbero bastati sino alla primavera inoltrata, sono stati tutti occupati, e il ricorso alle estumulazioni richiede tempi e procedure rigide. Il ritardo nella tumulazione ha riguardato, comunque, un solo caso».
Salvatore Taverniti