Emergono reperti antichi ovunque si scavi in Calabria. Nei giorni scorsi, un agricoltore, intento a svolgere lavori di pulizia di un terreno, a Squillace, ha scoperto parte di un’antica vasca lapidea.
Il suo trattore, ad un certo punto, si è fermato per la presenza di tale massiccio reperto, interrato e nascosto dalle fronde, in un appezzamento che si trova nella zona nota come “Osservanza”. In quel posto un tempo esisteva il monastero dei frati minori dell’Osservanza.
E’ datata 13 settembre 1459 la bolla papale con cui si concedeva ai frati minori il permesso di fondare il convento a Squillace.
Nel 1488 si ha notizia del completamento del convento. Il terremoto del 1783 ne distrusse gran parte ed in seguito venne soppresso come tanti altri in Calabria.
Già trent’anni fa i volontari della locale sezione dell’Archeoclub hanno svolto un campo di ricerca nella zona, durante il quale rinvennero resti di pareti affrescate, prese d’acqua di antiche cisterne, tracce di mura, colonne, basamenti scolpiti con motivi floreali, una moneta, una mano in terracotta e diversi frammenti ceramici.
Una decina di anni fa, invece, durante alcuni lavori di realizzazione di una tubatura dell’acquedotto regionale, un esperto della Sovrintendenza archeologica calabrese verificò la presenza di tre livelli di pavimentazione risalenti ai vari rifacimenti del monastero.
La zona del ritrovamento dei giorni scorsi si trova all’interno di una vasta area che domina la valle del torrente Ghetterello, con il ponte medievale detto “del Diavolo”, la chiesetta di Santa Maria di Itria, il convento dei Cappuccini e la “Torricella”.
A poche centinaia di metri, inoltre, si trova l’area archeologica di San Fantino, dove sono stati scoperti diversi reperti del Neolitico.
Il sindaco di Squillace Guido Rhodio, dopo aver effettuato un sopralluogo nella zona del ritrovamento, ha disposto il fermo immediato dello sbancamento ed ha segnalato a termini di legge l’accaduto alle Soprintendenze Archeologica e Artistica calabresi, chiedendo un sopralluogo tecnico urgente. L’area, nel corso degli anni, è stata inserita nel piano regolatore generale di Squillace come “zona di rispetto”, ma manca ancora un vero e proprio “vincolo archeologico”.
«Si tratta – ha affermato Rhodio – di un sito di notevole importanza archeologica e monumentale indicato da studiosi e ricercatori come probabile insediamento del monastero “Castellense” di Cassiodoro e, comunque, di un monastero basiliano del VI-VII secolo».
Salvatore Taverniti