Un “comitato per la chiesa” per confrontarsi con l’amministrazione comunale e trovare una soluzione.
È quello che si sta costituendo a Squillace in relazione alla “vexata quaestio” della costruzione della nuova chiesa nella frazione marina e della riqualificazione dell’intero complesso parrocchiale.
Da una parte c’è l’amministrazione, guidata dal sindaco Pasquale Muccari, che contesta il progetto nella parte relativa alla volumetria, considerata sproporzionata rispetto alla zona, e alla mancata previsione di parcheggi in misura adeguata; e dall’altra il parroco padre Piero Puglisi con il consiglio pastorale e i fedeli, che attendono da tempo l’ampliamento dell’edificio di culto, ora possibile grazie ad un contributo straordinario di oltre due milioni da parte della Cei.
Il consiglio comunale si deve determinare, invece, sulla richiesta di permesso di costruire in deroga agli indici di densità edilizia (altezza e distanza).
Mercoledì sera, il progetto è stato presentato alla comunità, assenti gli amministratori locali, mentre erano presenti i quattro consiglieri dei gruppi di opposizione. Il parroco ha detto che avrebbe voluto farlo «in un clima di festa, ma purtroppo ora non è sereno», ed ha puntualizzato si sentirsi «sotto attacco personale».
«Ma questo – ha rimarcato – non è un fatto personale: è una scelta fatta con la parrocchia. La chiesa deve unire, non dividere. Una nuova chiesa che nasce non è solo un luogo per vivere la fede, ma un luogo di aggregazione per la comunità. Tutta la piazza, tutto lo spazio sarà riqualificato.
Una crescita per tutti, un sogno seguito da 25 anni. La chiesa attuale non è sicura strutturalmente. Davanti ad un decreto di finanziamento della Cei non abbiamo alternativa: si rischia di perdere la somma. L’intervento che sarà attuato darà lavoro a maestranze del posto e saranno coinvolti i ceramisti squillacesi. Non voglio fare guerra al sindaco o ai consiglieri contrari. Sono un uomo di Chiesa e voglio unità».
Era presente anche uno dei progettisti, l’ingegnere Antonio Marasco, che ha illustrato a grandi linee l’intervento. «Il progetto – ha affermato – è il frutto di cinque anni di lavoro, in cui sono stati valutati una serie di progetti fino a quello attuale». Marasco ha tenuto a sottolineare che non si sta costruendo un edificio che va a devastare l’ambiente.
L’impatto – ha chiarito – sarà positivo: ci sarà il verde, spazi di parcheggio, punti di aggregazione». Con l’aiuto delle immagini, ha mostrato come la chiesa sarà all’interno: l’aula di culto, la cappella feriale, gli uffici parrocchiali.
«L’indice previsto dal piano regolatore – ha concluso – è di circa 6000 metri cubi, noi ne occupiamo 4777. Riguardo ai parcheggi, pur non essendo obbligati dalla legge, verranno garantiti spazi di circa 500 metri. E il palazzo adiacente, che ospita il centro diurno per disabili, stanze di accoglienza per bisognosi e locali per le attività parrocchiali, verrà ristrutturato totalmente, visto che è malandato».
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud)