La festa solenne di Sant’Agazio «Patrono della Città e della Diocesi» s’incrocia quest’anno mentre si avvia la fase di superamento dalla dolorosa pestilenza che ha colpito amaramente interi continenti e da cui speriamo si esca con prudente realismo, ad evitare spiacevoli ricadute.
A memoria d’uomo la Festa si svolge nella innegabile tristezza per quanto finora accaduto, e monca dei sui caratteristici, tradizionali aspetti, legati alla proverbiale solennità che coinvolgeva Squillace e l’intero suo comprensorio, sopraffatti come siamo da regole sanitarie stringenti e da scelte personali opinabili.
Riguardando i ricordi di questi anni non lontani, fornisco agli amici due interessanti fotografie della Festa di cinquan’anni fa, 7 Maggio 1970: la prima che ritrae la indimenticabile Processione che accompagnava il Vescovo per il Pontificale alla nostra gloriosa Cattedrale (singolare la sopravvivenza ancora in quell’anno di qualche residuo di usanze “medievali”, come l’ombrello che si reggeva (dall’Arciprete-Protopapa di Serra S. Bruno) sul capo del Vescovo e soprattutto come la circostanza notevole dei celebranti che vestivano di bianco, perché nel 1970 la Festa patronale cadde di Giovedì (come ora) e dell’Ascensione, circostanza che non impedì la commemorazione di Sant’Agazio da parte del Vescovo e del Clero diocesano qui radunato; la seconda fotografia ritrae l’avvio della Processione della Statua, presieduta dal Vicario Generale, Canonici e Seminario e seguita dalla finestra della Casa Vescovile, come si intravede, dal Vescovo Fares, che in preghiera condivideva immancabilmente anche questo momento lieto della comunità cittadina.
Ci conforta comunque la decisione (e ringraziamo quanto l’hanno presa, a cominciare dall’Arciprete Don Iezzi) di mantenere, in quest’anno 2020, almeno una “Concelebrazione” al mattino (non solo per noi, che vi parteciperemo a distanza, ma per onorare il Santo Martire e Protettore), nonché la Processione della Statua e Reliquie (non dimentichiamo che in essa è conservata quella del Cranio), senza avere noi la possibilità di accompagnarla come per secoli si è fatto (neanche durante la Guerra vi è stata tale sospensione).
Noi tutti , giovani ed anziani (anche dello zone moderne di Squillace Lido e di Fiasco-Baldaya), saluteremo questa volta Sant’Agazio dai nostri balconi e finestre, esponendo le coperte e le bandiere tradizionali, grati a Lui che viene a visitarci passando per le nostre case trepidanti e pregandolo perché ci rinnovi la sua incessante Protezione presso il Signore, mentre Gli ripetiamo i versi di un antichissimo Inno in latino a Lui dedicato, che recita: «Tu ascolta benigno le preghiere dei tuoi protetti – e allontana da questa città di Squillace – la peste, le lacrime, i dolori, la malattia – e ogni altra avversità».
GUIDO RHODIO