Una festa senza festa, ma non meno sentita quella celebrata giovedì 7 maggio in onore di Sant’Agazio, patrono di Squillace e dell’arcidiocesi. Per l’emergenza sanitaria, la messa in cattedrale è stata celebrata a porte chiuse e in diretta sui social, così come le funzioni della novena di preparazione alla festa.
Con il celebrante, padre Piero Puglisi, hanno partecipato il parroco don Enzo Iezzi e i monsignori Raffaele Facciolo e Giuseppe Megna, presente il sindaco Pasquale Muccari, che, accompagnato dagli uomini della polizia locale, a nome della comunità locale ha offerto il cero votivo e proclamato la preghiera per ottenere la protezione del santo.
Nel pomeriggio la statua di Sant’Agazio, accompagnata dal parroco e dal sindaco, senza la partecipazione dei fedeli se non da balconi e finestre, è stata portata con un’automobile, per la prima volta, in giro per il paese e nelle frazioni. Nell’omelia, padre Puglisi ha evidenziato che «la vera e più genuina devozione a Sant’Agazio consiste nell’impegno ad imitare, a conformarci per quanto è possibile, a fare nostri lo stile, l’atteggiamento, il coraggio e l’audacia del santo martire».
«Oggi – ha proseguito – possiamo parlare di martirio bianco, visto che non ci è chiesto, almeno in questa parte del mondo, l’effusione del sangue, il dono della vita fisica, ma sempre di martirio si tratta. Il santo martire Agazio diventa per noi un maestro».
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud)