“Tefa” è una sigla che non tutti conoscono. Si tratta dell’acronimo del tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente. Ben 70 mila euro di questa tassa il Comune di Squillace ha riversato in questi giorni nelle casse della Provincia di Catanzaro che ne era creditrice. Una parte, 55 mila euro, era dovuta per il periodo dal 2008 al 2013, mentre 15 mila fanno riferimento ad altri anni prima del 2013.
Le determine di pagamento sono state disposte dal sindaco Pasquale Muccari nella sua qualità di responsabile del settore finanziario del Comune di Squillace. «Ci siamo tolti un altro peso finanziario – afferma Muccari – che incombeva sulle casse comunali.
Si tratta di somme relative a residui passivi privilegiati, quindi maggiormente tutelati rispetto ad altri; somme mai versate e mai accantonate, perciò sono debiti fuori bilancio». Il tributo provinciale per l’esercizio delle funzioni ambientali (Tefa) è stato istituito a fronte dell’esercizio delle funzioni amministrative di interesse provinciale riguardanti l’organizzazione dello smaltimento dei rifiuti, il rilevamento, la disciplina e il controllo degli scarichi e delle emissioni e la tutela, difesa e valorizzazione del suolo.
Fino allo scorso anno era un tributo incassato dai singoli Comuni contestualmente alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e poi riversato alla Provincia. Attualmente viene pagato direttamente dai cittadini con il modello F24 insieme alla Tari. L’operazione di pagamento dei 70 mila euro della Tefa è conseguente al piano di estinzione delle passività pregresse approvato dall’organo straordinario di liquidazione, nel quale era compreso anche questo debito nei confronti della Provincia ammesso alla massima passiva. Muccari sta attuando il piano delle estinzioni proprio in questo periodo.
Il commissario Mario Pizzino aveva cominciato la sua attività di organo straordinario di liquidazione nel 2015 dopo la decisone del consiglio comunale di Squillace di approvare la dichiarazione del dissesto finanziario. Una sofferta decisione emersa nel settembre del 2014, quando, a pochi mesi dall’insediamento dell’amministrazione guidata, anche in quel periodo, da Muccari, il Comune non era in grado di assolvere alle ordinarie funzioni e ai servizi definiti indispensabili, e nei confronti dell’ente esistevano crediti di terzi ai quali non si riusciva a far fronte con il mezzo ordinario del riequilibrio di bilancio, né con lo strumento straordinario dei debiti fuori bilancio.
Era emerso, in pratica, uno stato di deficitarietà finanziaria dell’ente, che, per l’assoluta mancanza di idonee risorse finanziarie a farvi fronte, aveva comportato uno squilibrio tale da non poter predisporre ed approvare in pareggio il bilancio di previsione per l’esercizio 2014. Il commissario prefettizio, in qualità di organo straordinario di liquidazione, si è poi occupato della gestione delle masse attiva e passiva dell’ente al 31 dicembre 2013.
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 30 settembre 2022)