Dopo trent’anni, del famoso ecomostro di Copanello non c’è più traccia. Il 4 maggio, l’amministrazione comunale di Stalettì ha restituito ufficialmente l’area riqualificata alla fruibilità di tutti.
La cerimonia del taglio del nastro e dell’inaugurazione si è svolta alla presenza di numerose autorità e amministratori del comprensorio, tra cui il prefetto Antonio Reppucci, il questore Guido Marino, il col. Salvatore Sgroi, comandante provinciale dei Carabinieri, il ten. Francesco Gammone, comandante del Nucleo operativo radiomobile di Soverato, il maresciallo Domenico Misogano, comandante della Stazione di Gasperina, l’assessore regionale all’Urbanistica Alfonso Dattolo, oltre a Quirino Ledda, responsabile “cultura” di Legacoop, i rappresentanti di Legambiente Andrea Dominijanni e Aldo Perrotta, e il parroco don Roberto Corapi. Ma c’erano anche Agazio Loiero e Raffaele Mirigliani, che nel 2005, da amministratori regionali, concessero il finanziamento per la demolizione dell’opera abusiva, edificata in un’area di pregio storico e archeologico, vicino ai resti della chiesetta di San Martino. «Una costruzione – come ha ricordato il sindaco Pantaleone Narciso – di 15 mila metri cubi di cemento armato realizzata negli anni Ottanta.
Il 16 gennaio 2007, l’ecomostro venne abbattuto, dopo lunghe vicissitudini giudiziarie: quattro i corpi di fabbrica, due di sei piani, uno di cinque ed uno di nove, collegati con gradoni di cemento armato, sono andati giù sotto le benne delle ruspe. Oggi festeggiamo l’epilogo dell’intera vicenda con la cerimonia di inaugurazione dell’area riqualificata. E’ stata così fatta giustizia di uno scempio.
Chiudiamo una delle pagine più amare del nostro territorio: con la demolizione e la successiva riqualificazione, abbiamo posto rimedio alla cattiva gestione del territorio». «E’ giusto che il territorio – ha sottolineato Loiero – vada salvaguardato contro l’incuria e la selvaggia prevaricazione degli uomini». Secondo Mirigliani, grazie all’iniziativa della Regione si è potuta acquisire l’area per poi riqualificarla, e «chissà – ha aggiunto – che un giorno non si potrà intervenire sulla zona sovrastante».
L’assessore Dattolo ha parlato di «evento importante che permette alla gente di riappropriarsi del territorio in uno dei posti più belli della Calabria». Dominijanni ha messo in risalto le lotte di Legambiente per fare in modo che anche in questa zona venisse sconfitta la speculazione selvaggia.
Ledda, dal canto suo, ha parlato di «giornata importante per la nostra provincia». «In questa zona – ha affermato il rappresentante di Legacoop – è avvenuto di tutto; hanno costruito tutti qui, magistrati, rappresentanti di forze dell’ordine, politici e affaristi.
Avere ora realizzato questo spazio significa avere fatto buona politica». Concludendo, il prefetto Reppucci ha rimarcato che «risolvere le ferite ambientali e valorizzare il territorio vuol dire promuovere il turismo, che poi è la vostra vera industria».
Carmela Commodaro